Quando il desiderio finisce

27/11/2018

Quando il desiderio finisce

 

“Ergetevi insieme, ma non troppo vicini: poiché il tempio ha colonne distanti,
e la quercia e il cipresso non crescono l’una all’ombra dell’altra.”
KahlilGibran

Secondo l’Associazione matrimonialisti italiani le coppie che non hanno più rapporti sessuali sono circa il 30%. Mentre secondo la Corte di cassazione il 20% delle separazioni è causato dalla mancanza di sesso (dati).
I dati non esagerano, anzi, accade molto spesso che dopo anni di matrimonio uno dei due partner smetta di essere interessato al sesso. Questa situazione si manifesta con una certa regolarità ed è presumibilmente condizionata da un mutamento nel desiderio sessuale. Molto studi, ma anche la stessa esperienza personale, ci ricordano che spesso il consolidamento del rapporto di coppia sia proprio il sonnifero dell’eros. Per cui più si ama meno si desidera chi amiamo.
Il terapeuta sistemico Clement prova a spiegarci questo crudele paradosso della coppia. L’autore ci ricorda che una relazionesi può definire soli da quando è caratterizzata da durata, trasparenza e affidabilità.

In queste relazioni si stabilisce un processo di conferma che rende solida la relazione e che crea un sentimento di sicurezza emotiva, di fiducia e di appartenenza che viene sentito come potente.

Il desiderio sessuale, al contrario, ha una propria dinamica del tutto diversa. È volubile, inaffidabile, di breve durata e ambiguo, oscilla tra desideri di fusione che minimizzano le differenze e accentuazione delle differenze sotto il fascino per ciò che è altro e diverso.

Questi due fattori generano quindi un paradosso nel legame di coppia: più una coppia è solida più il desiderio sessuale cala (Clement U., 2010).

A peggiorare la situazione ci si mette anche un atteggiamento delle coppie che, al fine di mantenere l’armonia e la reciprocità, tende a rafforzare implicitamente una regola: va bene solo quello che vogliamo entrambi (ibidem).
Questo atteggiamento fusionale tende ad appiattire l’individualità all’interno della coppia e far sparire le personali differenze. In realtà queste non spariscono affatto, vengono solo soffocate e messe da parte. Nel tempo quindi la coppia si può trasformare in una gabbia all’interno della quale si sta stretti e con la paura di esprimersi perché l’espressione delle differenze può minare il rapporto. La coppia diventa piano piano un terreno sgradito a cui doversi adeguare così come un uccellino in gabbia che o si adatta, rischiando di annullarsi abbandonando il volo, o cerca di scappare per sentirsi di nuovo libero.
La sessualità subisce questo processo di “ingabbiamento”. Infatti, se nel tempo i partner sentono di non poter esprimere liberamente ciò che desiderano o non desiderano si ridurranno ad offrire dei ruoli preconfezionati nell’incontro intimo che si trasformerà, così facendo, più in un incontro di doveri da assolvere che in un momento di piacere da condividere.
Quanto più il dovere diventa la regola nella coppia tanto più si perde il piacere intorno ad essa.
Se, come sostiene F. Manara, è l’alta possibilità di raggiungere il piacere ad innescare il desiderio,di contro quando il desiderio si trova di fronte ad una insoddisfazione questa a lungo andare ne determinerà una sua inibizione. Un desiderio frustrato non potrà far altro che negarsi l’esistenza (Simonelli C., 1997). La diretta conseguenza sarà che il rapporto solido “stile gabbia” sarà la tomba dell’amore.
Ad esempio, anche in una coppia che funziona può succedere che la differenza nel frequenza del desiderio tra i partner può innescare una escalation di situazione frustranti per entrambi. Difficoltà a rifiutare il rapporto per non offendere il o la partner, difficoltà a chiedere per il timore di ricevere un rifiuto o peggio la frustrazione di dover attendere la disponibilità dell’altro. Frequentemente le coppie generano una sessualità incastonata in copioni rigidi perché tabù o inibizioni personali sedimentano regole implicite, come per esempio: se iniziamo con i preliminare dobbiamo finire con il rapporto completo, se uno dei due vuole piacere anche l’altro deve averlo, i preliminari non sono più un momento di gioco della coppia, ecc.
Per fortuna non è sempre così che vanno le cose. Non tutti i rapporti, infatti, sono destinati a diventare delle gabbie.
W. Pasini ci ricorda che, a differenza della fusione-confusione, l’intimità nella coppia implica la capacità di mettersi nella pelle dell’altro senza perdere la propria. A differenza della simbiosi, l’intimità necessita del mantenimento di un forte senso dell’individualità.
La fusione emotiva è il risultato di un’insufficiente separazione che porta a una perdita di individualità.

Al contrario differenziarsi significa bilanciare due forze vitali: il bisogno di individualità e quello di vicinanza(Clement U., 2010).

La differenziazione allude al processo attraverso cui noi sviluppiamo un Sé chiaramente differenziato pur mantenendoci in stretto rapporto con coloro che amiamo. In questo processo si acquista la competenza nel gestire le relazioni intesa come gestione dell’ansia che può essere provocata sia dalla distanza sia dalla vicinanza.

La differenziazione è la capacità di mantenere il senso del sé quando si è emotivamente e fisicamente vicino agli altri. Consiste nella capacità di esprimere se stessi e le proprie opinioni pur essendo in legame profondo con qualcuno che la pensa diversamente da noi (Schnarch D., 1997).

Implica l’aver abbandonato dinamiche di dipendenza o di controdipendenza con le figure di riferimento e l’aver sviluppato un sé autonomo, ossia capace di differenziarsi nonostante ci sia un profondo legame affettivo con l’altro. All’opposto la fusione emotiva indica una insufficiente separazione che porta ad una perdita di individualità e di autenticità (ibidem) che si esprime con eccessiva adesività o oppositività al pensiero dell’altro.
La differenziazione è l’antidoto al rapporto solido “stile gabbia”e si declina in 5 punti:

  1. Un chiaro Sé autoconsapevole e nello stesso tempo un’emozionale vicinanza alle persone che amiamo,
  2. Un Sé permeabile che si riferisce ad altri ma non si lascia definire dagli altri,
  3. La capacità di regolare la propria ansia senza manipolare l’altro,
  4. Non lasciarsi manipolare dall’ansia del partner,
  5. La disponibilità a tollerare il dolore che lo sviluppo personale comporta.

La psicoterapia di coppia focalizzata sulla crescita della coppia lavora per favorire il processo di differenziazione trasformando la gabbia in nido aperto, ma sicuro.
L’obiettivo della terapia si realizza attraverso un percorso di differenziazione che porta la coppia verso un lavoro di espressione che sviluppa il desiderio e una sessualità autoconfermata(ibidem).
Il cambiamento più rilevante è lo sviluppo di una autonomia sessuale con cui i partner si liberano dall’idea di dover corrispondere ai desideri dell’altro o di vivere la sessualità come terreno di battaglia.
Questo significa che la terapia punterà a far ritrovare alla coppia un dialogo intorno alla sessualità che consente ai partner di esprimere i propri bisogni, desideri ma anche le proprie paure.
Un dialogo attraverso cui imparare ad accettare le differenze dell’altro e responsabilmente consenta di interpretare la sessualità come percorso di crescita personale e di coppia.
La terapia di coppia in questo caso si ponecome obiettivo quello di aumentare l’intimità e favorire un percorso di crescitache permetterà di (Weeks G.R., Treat S., 1998):

  1. Aiutare i partner a riconoscere le proprie emozioni
  2. Aiutare i partner a migliorare il contatto con le proprie esigenze e a preoccuparsi meno di quelle dell’altro
  3. Comunicare esigenze e desideri erotici e sessuali
  4. Facilitare la comprensione delle reciproche esigenze sessuali ed erotiche
  5. Imparare a dare più valore ai preliminari o al sesso non finalizzato
  6. Fare positive esperienze di coppia
  7. Ridurre i comportamenti che implicano una rinuncia fisica e aumentare il piacere sessuale
  8. Migliorare la sensazione di: stare bene insieme, amore, solidarietà, alleanza, cooperazione e intimità.

 

Bibliografia
Clement U., (2004),Terapia sessuale sistemica,tr. It., Raffaello Cortina Editore, Milano 2010.
Erickson M. H, (1983), La mia voce ti accompagnerà, Roma, Astrolabio.
Gulotta G., (2008), Commedie e drammi nel matrimonio, Milano, Feltrinelli.
Kaplan E. S., (1979), I disturbi del desiderio sessuale, Milano, Arnoldo Mondadori.Pasini W., (1990) Intimità. Al di là dell’amore e del sesso, Milano, Arnoldo Mondadori.
Schnarch D., (1997), La passione nel matrimonio. Sesso e intimità nelle relazioni d’amore, tr. It.Raffaello Cortina Editore, Milano 2001.
Simonelli C. (a cura di) (1997), Diagnosi e trattamento delle disfunzioni sessuali, Milano, Franco Angeli.
Weeks G.R., Treat S., (1998)Terapia di Coppia, Milano, Franco Angeli.

Sitografia
http://d.repubblica.it/amore-sesso/2014/03/21/news/uscire_da_matrimonio_senza_sesso-2061249/

 

Dott.ssa Francesca Mastrantonio

Fonte: http://www.istitutostrategico.it/quando-il-desiderio-finisce/
 



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Dott. Francesca Mastrantonio

Luogo e data di nascita: Roma, 24 - 8 - 1972
Stato civile: Mamma e moglie
Iscr. Ordine Psicologi Lazio n.9629


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