Cyberbullismo: la pistola nel telefonino

27/11/2018

Cyberbullismo: la pistola nel telefonino

La pubertà e l’adolescenza sono fasi contrassegnate da profondi cambiamenti fisici e psichici in grado di destabilizzare il naturale vivere di una giovane persona specie se non adeguatamente preparata al momento di trasformazione e di profonda crisi che ne scaturisce. I ruoli e le gerarchie familiare in questo periodo sono improvvisamente e drammaticamente messi in discussione così come le regole e i confini sociali.

L’espressione di questo periodo di turbamento può manifestarsi attraverso l’avvicinamento a comportamenti trasgressivi contraddistinti dalla condivisione in gruppo delle varie esperienze che in casi estremi possono degenerare in condotte devianti.

In un contesto dove le regole sono lasche, le relazioni sono liquide e il senso di responsabilità è diluito, il passaggio dalla trasgressione alla devianza diventa molto veloce e sintomo di un disagio esteso.

Il bullismo e il fratello cyberbullismo sono due dei comportamenti sempre più frequentemente adottati dal mondo adolescenziale e pre adolescenziale.

Il bullismo si configura come un insieme di atteggiamenti che mirano deliberatamente e sistematicamente a ferire l’altro attraverso azioni fisiche (pestaggi) forme verbali (derisioni, insulti) e forme indirette (esclusioni).

L’intervista a Casa m2o

Il cyberbullismo indica quella forma di prevaricazione volontaria e ripetuta nel tempo, attuata mediante uno strumento elettronico (sms, foto, video-clip, chat rooms, istant messaging, siti web, chiamate telefoniche), perpetuata contro un singolo o un gruppo con l’obiettivo di ferire e mettere a disagio la vittima di tale comportamento, che non riesce a difendersi (Smith et al., 2006).

Questo tipo di aggressione può seguire ad atti di bullismo o non esserne direttamente legato. Il cyber – bullo può essere un estraneo o una persona conosciuta, può agire singolarmente o avere il supporto di altre persone e può mostrare la propria identità o rimanere nascosto.

Infatti, diversamente dal bullismo in cui l’azione è perpetrata da un gruppo che condivide luoghi e attività con la vittima, nel cyberbullismo a volte viene mantenuto l’anonimato attraverso profili falsi.

Questo anonimato e la distanza fisica dalla vittima determinano un maggior senso di sicurezza nel bullo e la generale sottovalutazione della gravità della sua azione.

Ciò che aggrava l’azione violenta sono la forza di diffusione del sistema mediatico e la velocità con cui rimbalza attraverso il pubblico.

Alla base di questi fenomeni si ipotizza esserci:

– un basso concetto di sé, inteso come la percezione e cognizione delle proprie caratteristiche, le credenze riguardo se stessi, le capacità, le impressioni, le opinioni che ogni individuo pensa di avere su di sé (http://www.stateofmind.it/tag/bullismo).

– una difficoltà molto profonda a riconoscere affetti, emozioni, sensazioni.

– e un’incapacità alla competenza empatica.

L’uso del sistema digitale e mediatico illude di avvicinare, ma invece aumenta la distanza dal mondo emotivo, riduce il senso di responsabilità e crea una confusione tra ciò che è vero e ciò che è falso, tra ciò che è reale e ciò che non lo è.

Agli adulti il grande compito di condannare e non sottovalutare azioni così tanto violente, e al contempo anche quello di formarsi, formare ed educare all’uso dei sistemi elettronici perché ciò che può sembrare all’apparenza un mezzo divertente e innocuo, molto facilmente può trasformarsi in un’arma capace di distruggere l’animo di un essere giovane e indifeso.

Articolo a cura di Francesca Mastrantonio

Fonte: http://www.istitutostrategico.it/cyberbullismo-la-pistola-nel-telefonino/
 



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Dott. Francesca Mastrantonio

Luogo e data di nascita: Roma, 24 - 8 - 1972
Stato civile: Mamma e moglie
Iscr. Ordine Psicologi Lazio n.9629


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